Minimal wave
Minimal wave | |
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Origini stilistiche | New wave post-punk synth pop Coldwave |
Origini culturali | fine anni settanta, Europa, Giappone, Stati Uniti d'America |
Strumenti tipici | voce, sintetizzatore, tastiera, batteria elettronica |
Popolarità | una buona popolarità specialmente nella prima metà degli anni ottanta. |
La minimal wave è un'ampia classificazione della musica che comprende esempi oscuri e atipici di generi come la new wave, la musica elettronica o sintetizzata, il synth-pop, il post-punk e la coldwave[1][2]. La maggior parte della musica tende a concentrarsi su strumenti elettronici, pre-MIDI e temi di astratti, piuttosto che ironici[1].
Il termine "Minimal wave" ha suscitato alcune controversie. Sebbene gran parte della minimal wave sia classificata tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 e successivamente sia apparsa su bootleg e compilation solo saltuariamente, questo nome non fu utilizzato fino a quando un'etichetta discografica omonima non iniziò a pubblicare compilation e ristampe a metà degli anni 2000[1].
Etimologia ed origini del termine
[modifica | modifica wikitesto]Veronica Vasicka, fondatrice dell'etichetta discografica Minimal Wave Records, afferma di aver coniato il nome del genere. In un'intervista del 2009 dichiarò:
«Avevo questa raccolta di riviste olandesi dei primi anni '80, e continuavano a usare i termini "minimal elettronici", "new wave", "coldwave" e un sacco di altri. Ho pensato che dovesse esserci un termine che coprisse tutta questa musica, e ho pensato che "Minimal wave" potesse esserlo. Quando ho registrato il sito web, ho potuto registrare anche il nome[3].»
Per un pezzo pubblicitario del 2009, Vasicka ha scritto che questa musica si sovrappone a molti altri generi: "Il genere Minimal Wave in realtà si è formato solo diversi anni fa, come risultato di una rinascita di interesse per le radici della new wave elettronica pre-MIDI (1978– 1985), principalmente dal Nord America, Europa e Giappone. Questa musica viene talvolta definita minimal elettronics, minimal synth, coldwave, new wave, technopop o synthpop, a seconda dello stile particolare, dell'anno e del luogo in cui si trova la band."[2] La Vasicka identifica con Organisation degli Orchestral Manoeuvres in the Dark, con Speak & Spell dei Depeche Mode, con Metamatic di John Foxx, con The Man-Machine dei Kraftwerk, con Solid State Survivor della Yellow Magic Orchestra e con i primi Human League le maggiori influenze nello sviluppo del genere[2].
Nel suo periodo di massimo splendore, la fascia demografica della musica aveva sottoculture in tutto il mondo, ma era più attiva in Europa (in particolare nel Regno Unito) e negli Stati Uniti, dove le macchine utilizzate per creare questo tipo di musica erano facilmente disponibili. La fanzine CLEM (Contact List Of Electronic Musicians) ha contribuito a creare una comunità mondiale di musicisti del genere, prima dell'uso di Internet. Molti dei musicisti del genere collaboravano via posta[4].
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Secondo Vasicka, i tratti distintivi del genere includono strutture musicali essenziali, una produzione relativamente rozza e l'uso di sintetizzatori analogici e drum machine prodotti negli anni '70 e '80. Gli arrangiamenti strumentali prevedevano "battiti meccanici" e "brevi schemi ripetitivi", oltre a "programmazione di batteria notevolmente sintetizzata e melodie acute e sottili" che enfatizzavano l'artificialità del suono sintetizzato. Gli arrangiamenti vocali "fungevano da contrappunto a quell'artificiosità". I musicisti del genere erano spesso influenzati dai movimenti d'avanguardia come il futurismo e il costruttivismo, e dalla letteratura di fantascienza e dall'esistenzialismo[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Timothy Gabriele, Various Artists: The Minimal Wave Tapes Volume One [review], su popmatters.com, 11 giugno 2010. URL consultato il 18 giugno 2010.
- ^ a b c d Veronica Vasicka, 20 best: Minimal Wave, in FACT magazine, 26 gennaio 2010. URL consultato il 18 giugno 2010.
- ^ Bruce Tantum, A synth-obsessed label turns four, su newyork.timeout.com, 1º dicembre 2009. URL consultato il 28 febbraio 2011.
- ^ Salome Boffi, Minimal Wave als Genre im Überblick [interview transcript], su rss.com, 28 agosto 2022. URL consultato il 31 agosto 2022.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Minimal Wave Records
- "Minimal Wave, Crate-digging For Obscure Gems To Reissue" Tiny Mix Tapes, September 2008.
- Review of V/A The Found Tapes: A Compilation of Minimal Wave From North America '81-'87, by Franklin Bruno of the Boston Phoenix, 1 April 2008.
- Ripping Vinyl, Part 2, by Jeff Klingman, 28 April 2008.
- Review of Stereo - Somewhere In The Night, Intergalactic FM, 12 February 2009.
- Minimal Wave And The Great Treasures From The Golden 80s, MTN: The Innervisions Dossier, 30 September 2009.
- Veronica Vasicka / Minimal Wave Archiviato il 24 settembre 2017 in Internet Archive., Revel In New York, January 2010.
- Minimal Wave's Big Splash, by Colleen Nika for Interview Magazine 28 September 2010.